Le patologie allergiche
Asma e rinite
L’asma e la rinite allergica sono tra loro strettamente correlate. Circa otto persone su dieci che soffrono di asma presentano rinite allergica associata.
Perché? Si tratta della stessa malattia?
L’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi, mentre la rinite allergica è un’infiammazione delle mucose nasali. L’infiammazione interessa quindi sia le alte vie respiratorie (cioè le cavità nasali) che le basse vie respiratorie (cioè i bronchi). Asma e rinite allergica possono avere fattori allergizzanti comuni che sono responsabili di scatenare la malattia: pollini, forfore animali, acari, muffe, ecc. Altri fattori possono intervenire e aggravare entrambe le malattie, ad esempio il fumo di tabacco, agenti inquinanti presenti nell'aria, prodotti tossici in ambienti lavorativi, infezioni, medicinali (ad esempio, aspirina e simili, betabloccanti).
La rinite allergica può favorire e aggravare l’asma?
La risposta è affermativa. Nelle persone asmatiche che presentano rinite allergica associata si osserva una maggior frequenza di crisi d’asma, di ospedalizzazioni e di ricoveri d’urgenza, nonché un maggior ricorso d’urgenza a medicinali per risolvere le crisi di affanno respiratorio rispetto a quanto avviene nei pazienti che soffrono esclusivamente di asma. Una rinite allergica non trattata può quindi aggravare l’asma.
La rinite allergica può alterare la qualità di vita delle persone che soffrono di asma in modo rilevante, in quanto ha un impatto sul sonno, sulle attività sociali, professionali, scolastiche…
Curare la rinite allergica può migliorare l’asma?
Anche a questa domanda la risposta è affermativa. Una buona gestione della rinite allergica può migliorare l’asma ad essa associata. L’asma e la rinite allergica devono essere curate contemporaneamente.
Le orticarie
L'orticaria è una malattia della pelle molto frequente. La parola orticaria deriva dal latino “urtica”, infatti le manifestazioni tipiche dell’orticaria sono delle lesioni cutanee dette “pomfi”, assai simili alle conseguenze tipiche del contatto con questo tipo di pianta erbacea. Si tratta infatti di chiazze più o meno ampie (da qualche millimetro a parecchi centimetri), in rilievo sulla pelle, a contorni irregolari o arrotondati, di colore dal rosa al rosso, per lo più con una zona centrale più chiara. Il numero e la sede dei pomfi è molto variabile, solitamente accompagnata da prurito più o meno intenso. La loro comparsa è spontanea e improvvisa, per poi scomparire solitamente entro poche ore senza lasciare traccia, mentre altri nuovi pomfi sopraggiungere. Più frequentemente la crisi d’orticaria dura qualche giorno o poche settimane (orticaria “acuta”). A volte dura più di sei settimane, si definisce in questo caso di orticaria “cronica”; gli episodi possono anche ripetersi per mesi ed anni.
L’orticaria può essere legata ad una reazione allergica o pseudo-allergica ad una sostanza, ad esempio dopo ingestione di alimenti, o assunzione di farmaci. In una parte dei casi, se si informate il medico sulle sostanze ingerite poco prima dell’eruzione cutanea e in generale sulle circostanze in cui si è presentata l’orticaria, può risultare abbastanza facile identificare il meccanismo scatenante. E’ frequente che l’orticaria spontanea possa anche associarsi a “dermografismo urticato”, fenomeno nel quale i pomfi compaiono non solo spontaneamente, ma anche dopo applicazione di uno stimolo meccanico sulla pelle come lo sfregamento.
Nel caso in cui non fosse possibile risalire alle cause, occorre effettuare una diagnosi utilizzando test allergici e prelievi di sangue secondo un iter appropriato e personalizzato per ciascuno. Occorre infatti tenere conto del fatto che esistono molte altre cause di orticaria, difficili talora da identificare: infezioni virali, parassitosi, meccanismi autoreattivi/autoimmuni, ed anche fattori psicologici.
Esistono delle forme particolari di orticaria, che afferisce alle cosiddette forme “inducibili”, quali:
forma correlata ad esposizione solare;
forma correlata ad esposizione al caldo, che compare dopo uno sforzo fisico o un bagno caldo;
forma correlata ad esposizione al freddo;
forme provocate da contatto con vegetali, sostanze animali o sostanze chimiche;
forme indotte da pressione, da vibrazione, da grattamento.
Il trattamento tipico delle crisi di orticaria acuta consiste abitualmente nell'assumere farmaci antistaminici. Si tratta di farmaci generalmente rapidi ed efficaci; quelli di nuova formulazione non comportano come effetto collaterale la sonnolenza. Possono essere presi per un tempo prolungato in caso di crisi prolungata. In ogni caso l’approccio terapeutico deve essere concordato con il medico in quanto va personalizzato per ciascun caso e sovente necessita come si è detto di intraprendere anche se non preliminarmente un iter diagnostico specifico.
La dermatite atopica
La dermatite atopica è una malattia della pelle che si manifesta come un eczema: la pelle presenta zone in cui è secca, arrossata, con croste e prurito intenso. E’ una malattia più frequente in età pediatrica che nell'adulto ed è in notevole aumento in questi ultimi anni. L’entità del coinvolgimento cutaneo è assai variabile, da quadri molto lievi e localizzati, fino a coinvolgimento diffuso delle superfici cutanee.
Come si manifesta la dermatite atopica?
E’ una malattia cronica, caratterizzata da ricadute più o meno ripetute nel corso degli anni.
Solitamente esordisce durante il periodo dello svezzamento, dai sei mesi in poi, tuttavia può esordire a qualsiasi età, manifestandosi in modo diverso, a seconda dell’età: nel lattante, fino ai due anni di età, insorge con chiazze rosso vivo, eritemato-vescicolose, localizzate sulle guance, la fronte ed il mento, ma anche lungo il corpo e gli arti. Dopo i due anni, le chiazze, spesso meno rosse ma segnate da una pelle avvizzita, sono localizzate all'interno dei gomiti e delle ginocchia, sul collo del piede, dietro le orecchie, sotto i glutei, sul dorso delle mani.
Quali sono le cause della dermatite atopica?
La dermatite atopica è un'infiammazione della pelle le cui cause sono complesse e in parte ancora non del tutto chiarite, ma che comprendono fattori di predisposizione genetica e stimoli ambientali di varia natura. E’ assai frequente l’associazione della dermatite atopica con malattie allergiche, come asma, rinite e allergie alimentari. Spesso uno od entrambi i genitori di un bambino atopico ha avuto a sua volta episodi di dermatite associata ad asma e/o rinite allergica.
Come fare la diagnosi?
Generalmente, l’aspetto delle lesioni cutanee è sufficiente al medico per effettuare la diagnosi. Un prelievo di sangue può ulteriormente documentare la presenza di anticorpi IgE ad elevato titolo e/o altri marcatori biologici della malattia. Può essere necessario inoltre effettuare dei test allergologici, sia per identificare il possibile ruolo causale o concausale di allergeni, sia a scopo di diagnosi differenziale con altre forme di eczema quali la dermatite allergica da contatto.
Come trattare la dermatite atopica?
E’ necessario trattare le chiazze eritemato-vescicolose, non solo per attenuare i problemi estetici, ma soprattutto per migliorare in generale la qualità di vita della persona e scongiurare ulteriori complicazioni provocate dal paziente stesso che, mal sopportando il fastidioso prurito, si infetta ulteriormente, grattandosi. Di fondamentale importanza sono una serie di accorgimenti nell'ambito dello stile di vita, che coinvolgono le cure igieniche, l’abbigliamento, l’ambiente di vita.
In tutti i casi, è meglio prevenire la secchezza della pelle utilizzando saponi delicati, creme idratanti e molto lenitive.Queste applicazioni devono essere ripetute quotidianamente, anche nel caso di infiammazioni e lesioni vescicolose. Evitate di usare abiti di lana o sintetici e preferite materiali naturali, come il cotone, il lino o la seta.
L’approccio terapeutico farmacologico dovrà essere personalizzato ed è impossibile fornire indicazioni generiche: possiamo dire che in linea di massima la terapia più usuale consiste nell'applicare creme a base di corticosteroidi, per un breve periodo. Più recentemente, sono state commercializzate alcune creme composte da immunomodulatori (“inibitori della calcineurina”), la cui prescrizione deve avvenire sotto stretto controllo di dermatologi, o pediatri o allergologi.